CANONE LIBERO E CANONE CONCORDATO

differenze per il locatore

Oggi chi vuole affittare, o meglio, locare un appartamento, ha notevoli vantaggi economici, derivanti in primis dalla cedolare secca, che permette un notevole risparmio di denaro in quanto il canone derivante dalla locazione viene conteggiato direttamente e non fa cumulo con un eventuale stipendio, e la tassazione ha una percentuale fissa oltre a non dover versare più, in sede di registrazione e di rinnovo del contratto, le imposte di bollo e di registro.

La cedolare secca prevede una tassazione con due aliquote IRPEF:

  • il 10% per i contratti di locazione a canone concordato (sono contratti stipulati per immobili situati in  Comuni  metropolitani e limitrofi, solitamente quelli ad alta intensità abitativa);
  • il 21% in tutti gli altri casi.

L’opzione può essere esercitata soltanto dalle persone fisiche private e non da società o enti, sia privati che pubblici.

Dunque la prima differenza è questa, diversa tassazione tra canone libero e canone concordato, la seconda sta proprio nel canone:

  • canone libero: le parti decidono di pattuire un corrispettivo mensile per la locazione
  • canone concordato: il comune decide in base alla zona il canone mensile

L’ultima importante differenza sta nel fatto che, nel caso di canone concordato la durata del contratto potrà essere minore (forme contrattuali di locazione differenti), mentre nel caso del canone libero l’unica formula ad oggi consentita è quella del 4+4, dove la locazione scade e si rinnova automaticamente dopo il quarto di anno, ma di fatto è di 8 anni, salvo casi particolari.

 

 

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