GLOBALIZZAZIONE E LAVORO: QUALI LINGUE CONVIENE IMPARARE?
Chiunque, negli ultimi anni, si sia trovato nella posizione di dover cercare una nuova occupazione, si sarà accorto che la conoscenza della lingua inglese è un requisito fondamentale per quasi tutte le attività lavorative. La sua padronanza scritta e orale è diventata necessaria in un mondo sempre più globalizzato, dove ci troviamo a dover entrare in contatto con persone provenienti da ogni parte del globo. Negli ultimi tempi, però, accanto all’inglese si sono fatte strada altre lingue, parlate da meno persone, la cui conoscenza risulta fondamentale, sopratutto in determinati settori. Vediamo quali sono quelle su cui oggi conviene investire per avere maggiori probabilità di spuntarla durante un colloquio di lavoro.
Iniziamo dal tedesco
Ammettiamo, fin dall’inizio, che il suo studio può rivelarsi particolarmente ostico, ma l’impegno sarà probabilmente ripagato, sopratutto se miriamo a ottenere un posto di lavoro in ambito finanziario o dell’import-export (o se miriamo a un’occupazione in alcune zone del Nord Italia, Svizzera e Austria). La Germania è, infatti, il nostro principale partner commerciale e ricopre un ruolo di primo piano in Europa. Sebbene l’inglese sia molto diffuso tra i tedeschi, dimostrare di conoscere bene la loro lingua madre, ci permetterà di fare un’ottima figura e di avere più possibilità in ambito professionale.
Anche il cinese diventa sempre più lingua fondamentale in ambito lavorativo, soprattutto nel settore commerciale. E’ una lingua parlata da più di due miliardi di persone, anche se bisogna riconoscere che le tante varianti in cui si divide, rendono difficile capire verso quale indirizzarsi. Il consiglio è di affidarsi a una scuola di lingue ed evitare il fai da te. Ovviamente, nessuno può prevedere con certezza se l’ascesa dell’economia orientale si arresterà o meno, fatto sta che poter mettere a curriculum la conoscenza del cinese, rappresenta sicuramente una marcia in più.
Se l’economia del Sol Levante per qualcuno è ancora un punto interrogativo, il fatto che la Russia rappresenti un pilastro fondamentale per il nostro turismo e per l’economia di lusso, non è un segreto per nessuno. Chi ha cercato lavoro, soprattutto nelle zone turistiche marine italiane, si sarà sicuramente accorto che la conoscenza del russo è requisito quasi fondamentale se si vuole ricoprire una posizione anche di media responsabilità.
Come il russo, anche l’arabo è una lingua che si è imposta solo recentemente nel programmi di studio universitari e privati. Tralasciando l’importanza non marginale che l’arabo ha in ambito economico, bisogna riconoscere che gli eventi storici e politici degli ultimi decenni, hanno portato la conoscenza di questa lingua su un piano di fondamentale importanza in molti ambiti lavorativi, non solo istituzionali e governativi.
Se non vogliamo avventurarci in un percorso troppo ostico, quale quello rappresentato dalle lingue sopra citate, possiamo sempre spingerci verso il francese e lo spagnolo, probabilmente già studiate a scuola o che, comunque, hanno un approccio molto più semplice rispetto alle altre. Il francese è fondamentale se si pensa che la Francia è il secondo Paese importatore di prodotti italiani, tenendo anche presente che la conoscenza dell’inglese non è da dare per scontata tra i francesi. Lo spagnolo potrebbe risultarci più facile da imparare, vista la somiglianza con la nostra lingua madre e molto utile non solo in campo turistico ma anche internazionale. Ricordiamo, infatti, che in tutta l’America Latina si può facilmente comunicare con lo spagnolo di base e questo potrebbe aprirci molte porte in settori poco praticati.
Accanto a tutte queste lingue, tanto difficili quanto attraenti, il consiglio è di non dimenticare mai la nostra lingua madre. Saper scrivere e parlare correttamente in italiano è fondamentale, ancora prima di dimostrare le nostre competenze in altri idiomi.