MODELLISMO STATICO – PITTURA FIGURINI
Proseguiamo il nostro viaggio attraverso le tecniche di pittura dei soldatini da collezione prendendo in esame l’utilizzo dei colori ad olio per artisti, quelli cioè normalmente utilizzati per la realizzazione dei quadri, sempre attraverso l’esperienza personale di chi scrive questi articoli.
Per dovere di informazione cito i colori ad olio ad acqua, in commercio da pochi anni che, come intuibile possono essere diluiti ad acqua o con specifici solventi inodore.
Personalmente trovo questi ultimi nettamente inferiori a quelli tradizionali, per gamma di colori e versatilità, quindi ne tralascerò la descrizione.
I classici colori ad olio, presenti in una infinita gamma di prezzi, tonalità e dimensioni, hanno quale caratteristica principale la lenta essicatura che permette di lavorarli in tempi successivi e fonderli insieme crando effetti e sfumature non ottenibili diversamente, e richiedono solventi specifici.
Per il nostro utilizzo sarà sufficiente munirsi di ½ litro di essenza di trementina e ½ litro di acqua ragia ( da acquistare, per pochi centesimi, in ferramenta).
Quali e quanti colori acquistare, e dove?
Inizialmente sarà opportuno munirsi, presso un buon negozio di Belle Arti, di alcuni colori fondamentali, preferendo un tubetto piccolo, ma di buona qualità piuttosto che uno grande di qualità scadente:
- - due o tre Rossi (Carminio, Cadmio, Vermiglione)
- - due Blu (Blu di Parigi e Blu Prussia)
- - Giallo cromo
- - Giallo di Napoli
- - Giallo di Napoli rossastro
- - Bianco Titanio
- - Nero di Marte
gamma dei marroni:
- - Terra di Siena
- - Terra di Siena Bruciata
- - Terra di Pozzuoli
- - Bruno Van Dyck
- - Terra di Cassel
Dovremo inoltre riservare agli olii una gamma di pennelli da non utilizzare con altri colori, assortiti come segue:
- - un triplo zero a pelo corto
- - un doppio zero a pelo corto
- - uno zero a pelo medio
- - un 1 o un 2
Anche per i pennelli, meglio munirsi di pochi pennelli di ottima qualità, ad esempio l’inglese Windsor & Newton in pelo di visone (piuttosto costosi) magari per il triplo zero o, della stessa Casa degli ottimi pennelli a setola sintetica.
E’ bene sapere che gli olii hanno caratteristiche di copertura diverse secondo il pigmento di cui sono composti , e, ovviamente, la qualità; a noi interessa utilizzare gli olii in trasparenza, ed andiamo a vedere come:
Vediamo come migliorare volti ed incarnati già dipinti ad acrilico
Possiamo utilizzare, quale tavolozza, un vecchio piatto in ceramica bianco, o una mattonella da bagno o da cucina, sempre bianca; prima di versare il colore sulla tavolozza appoggiamo il tubetto aperto su un foglio di carta da cucina per eliminare l’eccesso di componente oleosa che ritarda l’asciugatura e rende il colore lucido.
Prepariamo quindi una miscela, in quantità uguali, di Terra di Siena Bruciata, Terra di Pozzuoli, Bruno Van Dyck e, perchè no? una punta infinitesimale di Rosso Carminio, aggiungendo molta essenza di trementina in modo da ottenere una specie di “acqua sporca”.
Passiamo ora questa miscela, piuttosto liquida, sul volto e sugli incarnati facendo attenzione a non debordare e a non macchiare le superfici circostanti, in modo che il colore si depositi naturalmente nelle pieghe e negli anfratti.
Attendiamo qualche minuto che la miscela si asciughi un pò, quindi con un pennello medio, asciutto e pulito, andiamo a pennellare, praticamente togliendo il colore dai rilievi e lasciandolo negli anfratti. (in realtà, anche sui rilievi rimarrà comunque un velo sottilissimo di colore).
Lasciamo riposare ancora un pò, magari occupandoci di qualche altra parte del nostro soldatino.
Avremo ottenuto un approfondimento delle ombre ed una esaltazione delle luci, oltre ad aver uniformato i passaggi tra le varie tonalità della precedente pittura ad acrilico-
Prendiamo il Giallo di Napoli rossastro (è una specie di rosa salmone chiaro) e senza diluire prendiamo una piccolissima quantità con la punta del pennello doppio zero che andremo ad apporre, senza pennellare, sui rilievi (ad esempio uno zigomo) quindi con un altro pennello, asciutto e pulito andiamo a “picchiettare” delicatamente sul bordo esterno della “macchia” di colore, fondendolo così con il colore sottostante: vedrete che risultato, assolutamente naturale ed entusiasmante.
Proseguiamo aggiungendo ulteriori piccole quantità di Giallo di Napoli rossastro, magari miscelato con una punta di Bianco, sempre “a secco” fino a raggiungere quelle che in “gergo” vengono definite luci estreme.
Se avrete seguito passo passo le istruzioni e non vi sarete fatti prendere la mano, avrete ottenuto un risultato a dir poco sorprendente…e non finisce qui; quando gli olii saranno perfettamente asciutti i contrasti risulteranno ancora più evidenti, pur mantenendo una uniformità complessiva; inoltre i colori saranno leggermente opacizzati pur mantenendo un aspetto “satinato” che ben si adatta alla finitura della pelle umana.
Proviamo ora a dipingere anche le pupille con gli olii, sia perchè sono facilmente correggibili, sia perchè potremo prelevare con il triplo 0 una piccola “pallina” di colore e depositarla nell’orbita, ottenendo così un effetto di rilievo assolutamente realistico.
Avendo qundi scoperto la fisicità e versatilità dei colori ad olio e la “mia” tecnica di utilizzo, si aprono una infinità di possibilità: perchè non utilizzare la stessa tecnica per enfatizzare qualunque altra parte dipinta?
Ricordate che così come per gli acrilici, anche per gli olii valgono le stesse regole di schiaritura e scuritura e, inoltre, il passaggio delle velature ad olio ci permetterà di essere un pò meno accurati nella sfumatura degli acrilici e di correggere qualche inevitabile errore.
Ad esclusione dell’incarnato, a cui si addice una finitura satinata, le stoffe dovranno risultare assolutamente opache, anche se trattasi di sete o altro tessuto riflettente, nel qual caso la lucentezza verrà “simulata” attraverso la pittura.
Quindi per avere una finitura opaca potremo diluire gli olii con una miscela di essenza di trementina ed acqua ragia in proporzione di quattro parti della prima ed una parte della seconda; infatti l’acqua ragia è abbastanza “aggressiva” sia per gli olii (può mutarne le caratteristiche fisiche, sia per gli acrilici, anche asciutti da giorni; pertanto sarà opportuno non modificare le proporzioni di cui sopra.
Infine alcuni consigli per la pulizia ed il mantenimento dei nostri (costosi) pennelli, premesso che è buona norma non mescolare i colori con i pennlli da pittura e non immergere mai gli stessi completamente nella pittura, ma solo prelevandone la giusta quantita con la punta:
- procedere alla pulizia dei pennelli al termine di ogni sessione di pittura mediante un rapido risciacquo in essenza di trementina, e successivamente un lavaggio in acqua tiepida e sapone neutro di quello che normalmente usiamo per le mani, procedeno come segue:
. passare il pennello bagnato in acqua sulla superficie della saponetta seguendo il verso delle setole (come se la stessimo dipingendo) fino ad accumulare una quantità di sapone visibile
.passare poi ripetutamente il pennello, sempre nel senso delle setole, sul palmo della mano bagnato, fin quando il sapone non ingloba tutto il colore depositatosi alla base del pennello
. risciacquare infine il pennello con abondante acqua tiepida e riporlo in un porta penne con le setole in alto dopo aver dato alle setole stesse una forma appuntita, girandolo tra le dita
Quanto sopra rigorosamente per i pennelli con setole naturali (martora, visone, bue, ecc.) mentre per i pennelli sintetici, meno delicati, si potrà procedere al lavaggio con sapone sporadicamente, accontentandosi di un rapido passaggio in acqua ragia o acetone (sempre da ferramenta, mai nei negozi di manicure) previo risciacquo finale in acqua corrente.
Per dovere di informazione debbo dirvi che nei negozi di Belle Arti sono reperibili solventi, gel e saponi specifici per la pulizia dei pennelli.
Pur senza togliere nulla a questi ottimi prodotti posso garantirvi che il metodo di pulizia sopra illustrato è altrettanto efficace, ma sicuramente molto più economico, il chè non può che farci un immenso piacere.
Bene, alla fine della nostra chiaccherata vi invito a sperimentare le tecniche descritte consigliandovi, se vi è possibile, di non mettere mano a colori e pennelli una volta al mese, ma di fare qualcosina spesso, appena ne avete la possibilità.
Nei prossimi appuntamenti concluderemo la panoramica su gli altri colori e relative tecniche per poi passare alle ambientazioni ed alle tecniche di modifica, conversione ed autocostruzione.
Che il Pennello sia con Voi!