COME DEFINIRE UNA PICCOLA E MEDIA IMPRESA
Dopo aver descritto le fonti di finanziamento agevolato e non per una PMI e la prima parte del controllo di Gestione delle stesse, vediamo in dettaglio come si definisce una PMI (Piccola Media Impresa). La nuova definizione è stata adottata con il decreto del Ministero dell’Industria del 18 settembre 1997 e, a tale definizione a partire dal 1998, fanno riferimento tutte le normative vigenti. Essa sostituisce quella fissata con il DM22/03/1994 e prevede che vengano classificate come PMI le imprese che:
- occupino meno di 250 dipendenti;
- realizzino un volume d’affari (desumibile dalla dichiarazione Iva) non superiore a 40 milioni di euro, oppure dispongano di un totale stato patrimoniale attivo (desumibile dal Bilancio e dalla Nota Integrativa), non superiore a 27 milioni di euro;
- rispettino il criterio di indipendenza, ossia non siano partecipate per il 25% del Capitale Sociale da una o più imprese che superino i parametri delle PMI. La quota del 25% può essere superata solo quando la partecipazione sia detenuta da una società a Capitale Pubblico o da investitori istituzionali che però non siano in posizione di controllo.
- occupa meno di 95 dipendenti;
- ha un fatturato annuo non superiore ai 25 milioni di euro oppure un totale dell’attivo Patrimoniale non superiore ai 10,1 milioni di euro;
- rispetta il criterio di indipendenza sopra descritto.
Le stesse imprese commerciali, turistiche e di servizi, vengono definite “piccole” se:
- occupano meno di 20 dipendenti;
- hanno un fatturato annuo non superiore ai 2,7 milioni di euro oppure un totale dell’attivo Patrimoniale non superiore ai 1,9 milioni di euro;
- rispettano il criterio di indipendenza sopra descritto.
Con riferimento ai parametri sopra indicati, si precisa che il numero dei dipendenti di un impresa è dato dalla media degli occupati negli ultimi 12 mesi, dove per occupati si intende la somma dei dipendenti a tempo indeterminato e determinato iscritti nel libro matricola dell’azienda, oltre al al personale che gode di ammortizzatori sociali quali la CIG, al personale stagionale, part-time e con contratto di formazione lavoro. Il fatturato annuo o il totale dell’attivo dello Stato Patrimoniale, deveno risultare dall’ultimo bilancio depositato o, per le imprese che non sono tenute al deposito dello stesso bilancio (società di persone e Ditte Individuali in contabilità semplificata), dai dati che si desumono dall’ultima dichiarazione dei redditi). Per fatturato intendiamo i ricavi delle vendite e delle prestazioni così come indicati alla voce A1) del conto economico (come previsto dall’articolo 2425 del Cod.Civ.), al netto di sconti e abbuoni.
Vediamo, per concludere, numeri alla mano, alcuni dati sulle PMI in Italia (fonte Cerved). Le PMI italiane rappresentano il 22% delle imprese che hanno depositato un bilancio valido, per un totale di 3,9 milioni di addetti, di cui oltre la metà lavorano in piccole imprese. I debiti finanziari ammontano a 255 miliardi di euro: rispetto al complesso delle società non finanziarie, pesano per il 36% in termini di fatturato, per il 41% in termini di valore aggiunto, per il 30% in termini di debiti finanziari. A trainare l’aumento delle PMI in Italia, nel corso del 2014, sono state le aperture dei nuove Srl semplificate, ossia Srl con capitale sociale pari a un euro e con costi di costituzione e iscrizione limitati. In generale le nuove società di capitale sono aumentate del +11,9%, di cui un terzo nella forma giuridica della Srl semplificata (27 mila unità, il +64,6% in più dell’anno precedente). Ad aumentare sono soprattutto le PMI del settore industria (+13% nel primo semestre del 2015).In calo le procedure concorsuali e le liquidazioni volontarie tra le PMI sia nel 2014 (-10,8%) che nel 2015 (-12,2%). Le difficoltà maggiori si riscontrano tra le imprese delle costruzioni, mentre l’industria sta tornando ai livelli pre-crisi. In media, tra le PMI il fatturato risulta in crescita del +1,5% (+3,1% nell’industria). Migliorano anche la produttività, da 48 mila a quasi 51 mila euro per addetto, e la redditività complessiva del +1,2% su base annua, anche grazie al minore peso degli ammortamenti e degli accantonamenti sul conto economico delle PMI. ra le note negative, notiamo un taglio dei dipendenti del -3,8% tra le piccole imprese e un costo del lavoro unitario in continua crescita.