LEGGE CIRINNA’: COS’E’

La legge in discussione al Parlamento che sta facendo discutere un paese intero

 

La Cirinnà è la legge, attualmente in discussione la Parlamento, sulle unioni civili, cioè sul riconoscimento giuridico a quelle forme di convivenza fra due persone che non contraggono volontariamente il matrimonio o che sono impossibilitate a contrarlo (nella stragrande maggioranza dei casi, coppie omosessuali).

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La legge prende il nome da Monica Cirinnà, senatrice della Repubblica che ha presentato il disegno di legge.

Sintetizzata in cinque punti, la legge prevede:

1-Unioni civili per le coppie omosessuali
le coppie potranno usufruire di un nuovo istituto giuridico di diritto pubblico denominato unione civile, che avverrà di fronte a un ufficiale di stato e alla presenza di due testimoni e verrà registrata nell’archivio dello stato civile.
2 - Stepchild Adoption
le coppie potranno adottare un figlio, col consenso del genitore biologico e l’approvazione del Tribunale per i minorenni. (In Italia, in realtà, questo è possibile farlo dal 1983, ma col Ddl Cirinnà questa possibilità verrà estesa anche alle coppie omosessuali).
3- Cause impeditive
sono previsti dei fattori che potranno impedire la costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, ad esempio l’interdizione di una delle parti per infermità mentale o la sussistenza di un vincolo matrimoniale o di quello derivante da un’altra unione civile.
4 – Diritti e doveri
La Cirinnà introduce una serie di diritti e doveri reciproci delle parti dell’unione civile, tra cui l’obbligo alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Tali diritti e doveri sono regolamentati dal codice civile.
5- Reciproca assistenza
Ciò vuol dire che la situazione giuridica dei conviventi si avvicina molto a quella delle coppie sposate, in particolare alla coppia di fatto vengono riconosciuti diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni e reversibilità della pensione.

Il punto più controverso è quello dell’adozione. Permettere a coppie gay di adottare un figlio ha inevitabilmente creato due schieramenti, e all’interno del Parlamento e nella società civile. Da una parte chi si professa autentico progressista e vede in questa legge un passo avanti del Paese verso la modernità e la libertà dei diritti; dall’altra parte i moderati (soprattutto cattolici), che sostengono che la libertà delle coppie gay non può spingersi fino a consentir loro di adottare un bambino (ovviamente inconsapevole), perché ciò lederebbe la sua, di libertà, oltre a minare l’istituto della famiglia considerato nella sua classica accezione.

Al Parlamento e alle forze politiche l’ardua sentenza.

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