IL SORRISO PIÙ FAMOSO DEL MONDO, LO SMILE: STORIA DELLE EMOTICON

Le emoticon, nuova esigenza della comunicazione non verbale, chi ha inventato lo smile?

Le emoticon, ma anche smiley , smile, faccine, rappresentano le principali espressioni della mimica facciale, stilizzate, utilizzate in internet ma anche negli sms al fine di esprimere un emozione, di aggiungere un maggior significato nella comunicazione scritta. Il termine emoticon deriva dalle parole ‘emotion’ e ‘icon’ e sta ad indicare un’icona che esprime quindi emozioni.

Chi ha inventato lo smile e quindi le emoticon?

Il primo smile era un logo creato su commissione della State Mutual Life Assurance Cos. of America,

il primo smile

un’assicurazione americana che a seguito di una recente fusione con un’ altra compagnia, voleva sollevare il morale dei suoi dipendenti. Lo smile fu creato da Harvey R.Ball nel 1963 per soli 45$. Egli non chiese mai la registrazione del marchio sebbene al picco della popolarità nel 1971 furono vendute oltre 50 milioni di spille recanti il simbolo da lui creato.

 

Qualcuno attribuisce l’invenzione delle emoticon a Kevin Mackenzie, appartenente al MsgGroup il primo gruppo di discussione elettronica, la prima mailing list di Arpanet  . Secondo il suo parere questo mezzo di conversazione soffriva di una perdita di significato perchè troppo legato al testo e propose l’inserimento di segni d’interpunzione per dare quel tocco in più ma venne subito attaccato e criticato e il suo suggerimento venne considerato ingenuo se non stupido.

 

Secondo una ricerca effettuata da Mike Jonesun, della Carnegie Mellon School of Computer Science, nel febbraio 2002, il primo messaggio contenente un emoticon risale al 1982.

Scott Fahlman era un giovane professore alla Carnegie Mellon università privata di Pittsburgh, in Pennsylvania. Era il mese di settembre 1982, quando, osservando le bacheche online e cioè le antenate delle newsgroup, si rese conto che talvolta gli utenti non riuscivano a cogliere l’ironia di alcuni post e insorgevano inutili dibattiti. Si rese conto della necessità di esprimere ciò che in una conversazione verbale è naturalmente sottolineato da espressioni facciali, gesticolazioni e variazione del tono della voce. Suggerì due soluzioni compatibili con i codici Ascii dei computer di quei tempi, una per facilitare l’espressione di sentimento di ironia e gioco : – ) e l’altra sequenza per indicare che tale messaggio non doveva essere preso sul serio, anche se il simbolo : – ( divenne poi sinonimo di disapprovazione, rabbia, frustrazione.

Ben presto tale convenzione venne adottata da vari atenei e laboratori di ricerca attraverso i computer dell’epoca, spingendo le persone a sperimentare con la tastiera per trovare altre combinazioni e cercare volti nuovi, fino a moltiplicarsi e trasformarsi in quelli che oggi conosciamo.

 

Quanto sono importanti le emoticon oggi?

Secondo gli studi effettuati da un dottorato di ricerca linguistica su twitter, è stato reso noto che il 10% dei tweet contiene almeno un emoticon.

Oggi le emoticon sono parte importante di molte conversazioni on line, in chat, negli aggiornamenti di stato e anche negli sms, un qualcosa di fondamentale dato dalla necessità di esprimersi nelle comunicazioni in un numero quanto più possibile ristretto di caratteri, un impatto diretto, istantaneo e in poco spazio.

Leggere un emoticon è qualcosa che si fa con l’istinto, non con la mente per cui è un gesto talmente spontaneo che non richiede alcuno spreco di energie. L’immediatezza è quindi una delle caratteristiche più importanti delle emoticon, il comunicare un messaggio immediatamente comprensibile per l’interlocutore potrebbe farci pensare alle emoticon come un codice universale.

Le emoticon sono anche utilizzate al fine di rendere visivamente un contesto più arricchito o anche per personalizzare il proprio stile di comunicazione.

Ci sono utenti che sviluppano anche delle storie senza l’utilizzo di scrittura ma affidandosi solo all’espressività delle emoticon che ci ricordano i famosi geroglifici.

emoticon animate .gif

 

Sorridere è terapeutico, una vera medicina per il corpo e per la mente, lo sa bene chi pratica la clownterapia per far divertire bambini e anziani in ospedale. Varie le ricerche a sostegno di questa tesi.

In memoria di Harvey R.Ball, papà dello smile, ogni primo venerdì di ottobre viene festeggiato il World Smile Day, giornata mondiale del sorriso. La giornata rappresenta un invito a compiere un gesto gentile e ad aiutare a sorridere almeno una persona che si trova accanto a noi.

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