NASPI E PRESTAZIONI OCCASIONALI: FACCIAMO CHIAREZZA
La Naspi è il nuovo ammortizzatore sociale introdotto con il Jobs Act, si tratta quindi di un sussidio di disoccupazione. In questo articolo ci occuperemo di spiegare come può essere compatibili con prestazioni lavorative occasionali.
Il contributo della Naspi è infatti sì compatibile con l’inzio di una nuova attività lavorativa, che deve però rientrare in determinati limiti di reddito. Ci sono una serie di requisiti da rispettare per non incorrere nell’eventuale decadenza del beneficio.
Nel caso si svolga un lavoro subordinato, affinché sia compatibile con la Naspi, è necessario che il reddito derivante dalla nuova attività sia inferiore a 8mila euro l’anno. Il lavoratore, dopo aver verificato di rientrare nei limiti di reddito indicati, deve mettere a conoscenza l’INPS della sua nuova attività e del reddito complessivo previsto entro un mese dal suo inizio.
Altro requisito essenziale è che il datore di lavoro sia diverso a quello che ha generato il diritto alla Naspi a seguito del licenziamento del lavoratore.
Instaurato il nuovo rapporto di lavoro subordinato, la misura dell’indennità viene ridotta, per il periodo tra la data di inizio della nuova attività e la fine della Naspi. Precisamente, in questo periodom l’indennità si riduce dell’80% e calcolata d’ufficio in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi.
Se il lavoratore attiva due o più rapporti di lavoro subordinato a tempo parziale e uno dei due termina per licenziamento, dimissioni per giusta causa, o risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, la compatibilità tra i redditi si conserva qualora il reddito sia inferiore ai limiti previsti e venga segnalata ogni nuova attività entro un mese dal suo inizio, con conseguente aggiornamento del reddito annuo previsto. Anche in questo caso la NASpI sarà ridotta di un importo pari all’80% del reddito previsto,
Nel caso il beneficiario intraprenda un lavoro autonomo, le regole sono le stesse di quelle previste per il lavoro subordinato, con delle eccezioni che illustriamo di seguito:
- Il reddito limite è 4.800 euro l’anno
- In caso di esenzione dall’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi, il beneficiario è tenuto a presentare all’INPS un’apposita autodichiarazione riguardo il reddito annuo entro il 31 marzo dell’anno successivo. Laddove non presenti l’autodichiarazione, il lavoratore dovrà restituire la Naspi percepita.
- se nel corso del periodo di godimento delle indennità il lavoratore, ritenesse di dover modificare il reddito dichiarato, dovrà presentare una nuova dichiarazione comprensiva del reddito precedentemente dichiarato e delle variazioni. In tal caso si procederà al calcolo dell’importo della trattenuta sull’intero reddito diminuito delle quote già eventualmente recuperate.
Se il lavoratore percepisce la Naspi per più di un anno e nel frattempo svolge un’attività lavorativa autonoma, parasubordinata o subordinata dovrà compilare una nuova comunicazione del reddito presunto tramite modello NASpI Com all’inizio di ogni nuovo anno e presentarla all’INPS entro il 31 marzo.
Se non si comunica il reddito per gli anni di prestazione successivi al primo, il versamento della Naspi viene sospeso fino all’invio della nuova comunicazione.
Il caso più complicato e quello di un soggetto che svolge contemporaneamente lavoro autonomo e lavoro subordinato: in tal caso, l’INPS dovrà verificare il reddito complessivo previsto derivante da tutte le attività e ridurre conseguentemente la prestazione NASpI in misura pari all’80% del reddito calcolato.