AUSTIN, LA CITTÀ DELLA MUSICA
Se dice spesso che l’aeroporto è lo specchio della città, e atterrare a Austin, TX la prima volta è qualcosa di incredibile: lungo gli enormi corridoi dei check-in, grandi palchi per la musica dal vivo accendono i riflettori ogni giorno. Gli spettacoli musicali accompagnano calorosi arrivi (Welcome to Texas, Man!) o malinconiche partenze a ritmo del classico sound texano – una contaminazione di folk-blues, country.
Ed è solo l’inizio.
Austin, infatti, non è soltanto la capitale del Texas. E’ una delle capitali mondiali della musica. E l’intrattenimento è considerato un lavoro. Lontani dalle logiche televisive che siamo soliti a immaginare, ad Austin il successo è anche una cosa semplice. Il musicista di tutti i giorni – il perfetto sconosciuto – potrebbe essere protagonista di uno o più palchi al giorno, vendere i suoi dischi e avere un seguito. La mentalità aperta e progressista del luogo accoglie sonorità moderne di ogni tipo, dalle trame americane guidate dalla chitarra acustica per tradizione sino a mood più sperimentali .
Pur non essendo la più grande città dello Stato, vanta comunque il più elevato numero di locali di musica live in tutti gli Stati Uniti d’America, superando persino Nashville e New York, che solitamente nell’iconografia generale riconduciamo alle città di grande arte e spettacolo.
Siete musicisti alle prime esibizioni? Ci si può iscrivere agli open mic, spettacoli organizzati da un largo numero di locali, in cui basta arrivare sul posto e prenotarsi per la serata (condivisa con altre bands) pagata a tips (le sostanziose mance offerte dal pubblico). Avete già un’attività avviata e volete organizzare un tour? Non vi resta che proporvi con una email ai club d’ interesse e in meno di un giorno avrete una risposta. Abituati alle dinamiche italiane sembra un sogno, ma è la realtà.
Grazie alla passione degli americani la musica in città è davvero ovunque : parte concentrandosi nella 6th Street (sesta strada, luogo di culto della downtown) sino a estendersi in periferia dove, comunque, qualità e partecipazione non mancano.
Pub storici del centro come Stubb’s BBQ, Saxon Pub o Riley’s garantiscono spesso artisti di fama mondiale (il target è Willie Nelson, al quale la città ha dedicato una statua, così come per il grande chitarrista scomparso, Stevie Ray Vaughan), ma anche nelle vicinanze c’è da stupirsi e divertirsi.
Sulla quinta, entrando per esempio nel noto The Russian House, il folklore (russo!) disorienta ed entusiasma qualsiasi spettatore; nel quartiere afroamericano è doveroso un drink al The Sahara Lounge, caratteristico locale che omaggia il vecchio Delta Blues e offre live di ogni genere; per una cena indiana come si deve e musica di valore, è un dovere passare da The Whip In.
E se poi si vuole giocare a fare i texani per un giorno, non si può non fermarsi da Ginny’s Longhorn Saloon, dove si punta al Chicken Shit Bingo, gioco d’azzardo molto speciale (tutta la responsabilità è di una gallina) accompagnato da artisti country che si esibiscono full-time.
E che dire dei due festival musicali e cinematografici della città? Il South By Southwest (SXSW), dal 1987, ogni primavera passa da Austin e mette in scena le più grandi proposte alternative del momento; Austin City Limits, ogni ottobre, si occupa della scena mainstream mondiale (e ha visto, tra le edizioni, artisti del calibro di The Cure, Depeche Mode, Eminem, Pearl Jam).
Insomma, se in qualche modo avete voglia di un viaggio musicale, da appassionati ascoltatori o musicisti moderni (in fuga dall’Italia o semplicemente curiosi di fare una forte esperienza), non esitate a mettere Austin in cima alle mete.
Vi accorgerete di quanto l’ambiente artistico sia diverso dal nostro e di quanto il popolo americano riesca ad essere gratificante e coinvolgente, specialmente se si tratta di musica.