LA DAUNIA ANTICA
Verso la fine del secondo millennio a.C. un folto aggruppamento proveniente dai balcani, fra cui gli japigi provenienti dall’ Illiria, si stabilirono nel territorio pugliese.
Qui vi vi era già presente una civiltà indigena dai tratti culturali alquanto eterogenei fra cui spiccava il coefficiente “protovillanoviano” (così è stata definita la cultura dell’età del bronzo sviluppatasi in tutta la penisola ) nonchè alcuni scampoli di una preesistente cultura subappenninica che aveva avuto contatti con la civiltà micenea.
A questo bailamme di elementi diversissimi tra loro si sovrapposero gli apporti culturali illirici che portarono alla nascita della cultura japigia che, già ben definita nel X sec. a.C.; si articolò in seguito in tre gruppi distinti: i Dauni a nord, i Peucezi al centro e i Messapi al sud, caratterizzando così l’assetto culturale della Puglia nell’età del ferro.
La Daunia, secondo quanto riferiscono gli scrittori antichi, prese il nome da un re Dauno di stirpe illirica, a differenza delle altre regioni japige, che risentirono maggiormente degli influssi ellenici, questa cultura sviluppò contatti con popoli e culture diverse, soprattuttto con i Liburni.
La civiltà dauna attraversò l’età del ferro con proprie e inconfondibili caratteristiche conservando però una propria autonomia fino al IV sec. a.C. quando, in seguito all’apertura al mondo ellenico e alla successiva romanizzazione, perse definitivamente la propria identità culturale.
Il territorio su cui si sviluppò la civiltà dauna comprendeva l’attuale provincia di Foggia, dal fiume Fortore a Nord fino al fiume Ofanto a sud, compresi il Gargano e le prime propaggini appenniniche ad occidente.
Una peculiarità di notevole interesse della civiltà dauna sono le stele: grandi lastre rettangolari in pietra calcarea, interamente scolpite e infisse verticalmente nel terreno.