AGLIO: CREDENZE, USI E SUPERSTIZIONI

Aglio tra storia e realtà

Ampiamente diffuso nel territorio italiano, l’aglio è uno dei prodotti della natura che più trova applicazioni: si va dall’uso in cucina alla fitoterapia arrivando, attraverso quel patrimonio infinito che è la cultura popolare, alla vera e propria superstizione.

L’aglio è uno dei più potenti battericidi naturali, sono note infatti le sue proprietà antisettiche. Se ne consiglia l’uso per chi soffre di ipertensione, ovvero alta pressione sanguigna, febbre, catarro bronchiale, dolori reumatici e influenza. Le sue proprietà – è ricco di vitamine A, B1, B2, PP e C – ne fanno un buon stimolatore del cuore e un depuratore del sangue e dell’organismo in genere. Aiuta infatti a eliminare le tossine e a favorire la circolazione. Non ultimo, l’impiego come unguento per ridurre calli e verruche.

Fate attenzione però: evitatelo in caso di bassa pressione e in presenza di irritazioni allo stomaco e all’intestino. Sconsigliato l’uso anche alle gestanti e ai malati di fegato, oltre che nelle dermatiti.

I rimedi della nonna

Decotto d’aglio contro i dolori reumatici

Ingredienti:

  • 30 grammi di aglio
  • mezzo limone
  • 50 grammi di olio di oliva

Schiacciate gli spicchi d’aglio e mescolateli con l’olio di oliva caldo ed il succo di limone. Applicate sulla parte dolente e massaggiate per cinque minuti. Coprite l’area interesssata con un pezzo di lana.

Decotto d’aglio come rimedio contro l’arteriosclerosi

Ingredienti:

  • 5 spicchi di aglio
  • una tazza di latte

Sbucciate e fate bollire glil spicchi d’aglio nel latte per cinque minuti. Bevetene una tazza al giorno.

Unguento d’aglio per massaggi come rimedio ai dolori alle ossa

Ingredienti:

  • 10 spicchi di aglio
  • mezzo bicchiere di olio

Dopo aver ridotto in poltiglia l’aglio, aggiungete l’olio di oliva e mescolate in modo energico. Applicate sulla parte interessata e massaggiate.

Credenze popolari

L’aglio, nella cultura popolare intrisa di misteri e credenze soprannatuali, è strettamente legato alla figura del vampiro. Leggenda, superstizione o gesto apotropaico? Come spesso accade quando una credenza ha origine popolare, poco senso ha cercarne una spiegazione esclusivamente razionale. Le credenze sono legate, fin dalle loro origini, al soprannaturale e non vanno condannate alla luce del materialismo o del realismo di stampo illuministico. Sono inoltre il risultato di stratificazioni culturali e storiche.

Un’ipotesi di matrice americana ritiene che vampiri fossero considerati i malati di porfiria, una patologia che aveva nel suo decorso l’erosione delle gengive, con la conseguenza che i denti canini erano più evidenti. Un altro sintomo era la fotosensibilità, da cui le bruciature della pelle dovute all’esposizione ai raggi ultravioletti, sostanzialmente luce e sole. Poiché l’aglio, dai più ritenuto un antibiotico naturale, è vivamente sconsigliato ai malati, ne deriverebbe per traslato il suo uso per allontanare i vampiri.

E’ sostanzialmente la tesi sostenuta da Wayne Tikkanen della California State University, divulgata in Italia dal mensile “Focus”.

Va da sè che le credenze popolari, i miti e le leggende crescono e si arricchiscono in maniera immaginifica col passare del tempo, particolarmente se sono di tradizione orale e si fissano poi nella lettteratura scritta, come è avvenuto nel caso del Dacula di Bram Stoker (1897) che più ancora de Il Vampiro di John Polidori (1819) influenzò l’immaginario collettivo, con le sue atmosfere gotiche.

Più semplicemente, si ritiene che l’aglio, in quanto potente antibatterico, tenesse lontano i vampiri perché considerati dei parassiti.

Il suo uso, comunque, è antichissimo: lo conoscevano molto bene gli antichi egizi e agli albori della cultura occidentale Omero ne nobilita lo status facendone il dono di Ermes ad Ulisse nell’Odissea: nel racconto, fissazione di una lunga tradizione orale, l’aglio funge da rimedio contro gli incantesimi della maga Circe. In epoca romano, l’aglio era sacro al dio Marte.

L’ALLIUM è anche ritenuto un afrodisiaco: studi recenti ne confermerebbero tale proprietà, se non altro per il fatto che si tratta di un buon vasodilatatore, che dunque, migliorando la circolazione del sangue, ne favorisce l’afflusso.

Secondo Plinio il Vecchio, per carpirne le proprietà afrodisiache, è sufficiente mescolarlo al coriandolo in un bicchiere di vino (Historia Natuaralis).

Novello Plinio del ventunesimo secolo, il napoletano Antonio De Toma ha condotto per molti anni ricerche sull’aglio ed il suo potere afrodisiaco, giungendo alla conclusione che per ottenere i massimi benefici in questo campo, l’aglio non va assunto per via orale ma a mo’ di supposta per via anale.  Con il favore di chi ci sta vicino, che non sarà dunque raggiunto dal cattivo alito tipico di chi ha ingerito il potente, poliedrico e mitico bulbo.

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