LA DIFFERENZA FRA ISLAM SUNNITA E SCIITA
Dopo il Cristianesimo, l’Islam è la religione con più seguaci al mondo. La religione musulmana, che vanta circa 1 miliardo e 600 milioni di fedeli, è diffusa in tutti i continenti, ma la sua concentrazione è maggiore in Asia e in Africa. Uno dei principali aspetti inerenti a questo culto è la divisione fra sunniti e sciiti: questo scisma è legato ad una controversia che insorse fra i seguaci del profeta Maometto su chi fosse realmente legittimato a guidare la comunità religiosa dopo la sua morte. Va comunque evidenziato che si tratta prevalentemente di una distinzione di carattere politico dal momento che ambedue gli orientamenti tendono a riconoscere e condividere gli stessi principi fondamentali. Per comprendere bene la differenza fra questi due gruppi religiosi è necessario risalire al VII secolo d. C., per la precisione al periodo in cui morì Maometto, l’anno 632. Alla morte del fondatore dell’Islam, infatti, fra i suoi discepoli si generò un forte dissenso su chi dovesse essere il suo legittimo successore. Fu così che si vennero a consolidare due posizioni antitetiche: quella promossa dal gruppo sunnita e quella caldeggiata dalla fazione sciita.
La corrente sunnita era concorde nell’affermare che la direzione della comunità islamica potesse essere demandata a qualsiasi fedele musulmano, purché questi possedesse delle buone capacità morali e dottrinarie. Il successore di Maometto designato dai sunniti fu così individuato per elezione e chiamato con il nome di califfo. Il califfo incarna l’unità di tutti i fedeli ma non gode di autorità religiosa, nel senso che non possiede potere spirituale. La parola sunnita deriva dal vocabolo “sunna” e significa costume, consuetudine. La sunna è un insieme di eventi che hanno per protagonista il profeta Maometto e costituisce la seconda fonte dell’Islam dopo il Corano. La peculiarità fondamentale del sunnita sta proprio nel seguire pedissequamente le tradizioni e gli insegnamenti indicati dal profeta.
L’altro gruppo era quello degli sciiti, i quali erano invece fermamente convinti che governare la collettività fosse un privilegio che dovesse essere riservato solo ed esclusivamente ai discendenti del profeta. Gli sciiti debbono il loro nome alla parola “shi’a” che indica la fazione politica che faceva capo ad Alì, il cugino e genero di Maometto. Gli sciiti ritenevano che solo Alì poteva succedere a Maometto: secondo questo orientamento dunque, la guida di tutti i fedeli non può essere conferita a una persona qualunque ma è necessario che il prescelto venga selezionato all’interno della famiglia di Maometto. La figura alla quale viene riconosciuto il potere di governare i fedeli è l’imam, che non può essere un titolo elettivo perché proviene dalla discendenza di Alì. Gli sciiti disconoscono i califfi e attribuiscono all’imam non solo poteri temporali ma anche religiosi.
I sunniti rappresentano la netta maggioranza del mondo musulmano: circa l’85 % di tutti i fedeli islamici appartiene a questa ramificazione. Gli sciiti sono minoranza quasi ovunque ma risultano molto numerosi in Iran (dove l’Islam sciita è religione di Stato e può contare su una maggioranza schiacciante), Iraq e Libano.