LA MUSICA SALVAVITA
L’arte, nelle sue molteplici espressioni formali, trova numerosi punti di contatto, quasi a crearsi un dialogo tra forme artistiche di diversa forma: le immagini dei quadri, gli accordi di una sinfonia, i particolari di una statua, lo sviluppo di un romanzo. Attraverso tali mezzi, l’uomo esprime emozioni e sviluppa una dimensione astratta, che può permettersi di sfuggire alla fredda logica del cognitivo. Attraverso l’arte raccontiamo, ricordiamo, evochiamo qualcosa o qualcuno che ci fa provare emozioni. L’astrattezza della dimensione pare contrastare con la concretezza di tutti noi di dire ciò che siamo e ciò che proviamo: ricordate i sei personaggi in cerca di autore di Pirandello?
Ebbene, mi piace qui onorare le due arti che più mi affascinano: la musica e la letteratura, scovando nella mia memoria i romanzi che possiedono una colonna sonora. Storie all’interno delle quali la musica acquisisce una dimensione esistenziale per i loro protagonisti.
“Gli angeli non hanno memoria” di Giovanni Pennati
La musica (e in particolare, la lirica) è la passione a cui il sacerdote rinuncia alla carriera di cantante per onorare la memoria del fratello morto suicida. Inoltre la voce di Gloria conquista il cuore di chiunque l’ascolti, compreso quello del protagonista Ascanio, che si innamora perdutamente di lei. Proprio attraverso la musica lui riesce finalmente a conquistarla.
“Stabat mater” 2008 di Tiziano Scarpa
La protagonista del romanzo ruota intorno alla ricostruzione della vita quotidiana all’interno dell’orfanotrofio in cui ha lavorato il celebre compositore Antonio Vivaldi in età barocca. All’epoca si pensava di dare agli orfani una possibilità esistenziale insegnando loro a suonare uno strumento o a cantare.
“Qualcuno con cui correre” (2001) di David Grossman
Un intero circo musicale è allo stesso tempo luogo di espressione delle emozioni per i giovani emarginati che altra voce non hanno se non quella cantata, e luogo di sfruttamento all’interno di un circuito nero di una setta che trae interessi economici appropriandosi clandestinamente della vita di tali giovani dimenticati da tutti.
“Novecento” (1994) di Alessandro Baricco
La storia di un pianista (dal nome Novecento) cresciuto in una nave, che altro ambiente non ha mai visto, se non quello in cui è nato (la nave stessa). Nel corso della sua vita impara a suonare il pianoforte, lontano da qualsiasi contaminazione o influenza musicale, tanto che sviluppa uno stile tanto originale da diventare presto l’attrazione turistica e culturale della compagnia navale proprietaria di quella nave.
A questo punto …. apriamo le danze.
La lista non è (e non vuole essere) esaustiva, se qualcuno vuole suggerire altri titoli, sono ben venuti i suoi commenti