FARE L’ANIMATORE NEI RESORT: CONVIENE? COME FARE?
Tutti conoscerete la mitica serie Professione vacanze, con un brillante Jerry Calà come protagonista nelle vesti di Enrico Borghini, un animatore che si ritrova a diventare direttore di un villaggio turistico in crisi.
Chi non sogna di essere pagato per stare in posti bellissimi, con vitto e alloggio compresi? Be, sappiate che non è tutto oro quello che luccica e che fare l’animatore non è facile come sembra.
Innanzitutto il mestiere dell’animazione richiede professionalità: non si può improvvisarsi ballerini, cantanti o attori. Imprescindibile dunque per chi desidera intraprendere questa strada è saper fare qualcosa in ambito artistico. E saperlo fare bene. Non basta essere carini, simpatici ed estroversi: non basta, ma serve anche questo.
Sia che si vogli lavorare in Italia, sia che si voglia lavorare all’estero è importante parlare almeno una lingua straniera; l’ideale sarebbe parlare bene l’inglese e conoscere almeno a livello basico un’altra lingua (molto richieste ultimamente il giapponese ed il russo).
A tal proposito segnalo che sia le agenzie di reclutamento che diversi enti regionali organizzano corsi di formazione per animatori. Consiglio quindi di cercare spesso in rete, in quanto ogni giorno ci sono oppurtunità nuove, talvolta a pagamento, ma talvolta anche gratuite.
Questo lavoro richiede inoltre un discreto spirito di sacrificio: è vero che si lavora in un ambiente “vacanziero”, ma è altrettanto vero che si lavora mentre gli altri fanno le vacanze. E vi dirò di più, tra miniclub, balli di gruppo, sport e spettacoli le ore di lavoro sono veramente tante ed il sonno poco. All’inizio risulta divertente, ma per un’intera stagione rischia di diventare provante a livello psicofisco.
Tuttavia, se siete preparati e decisi quanto basta, per iniziare a lavorare come animatori è necessario cercare nel web referenze di agenzie di animatori, oppure direttamente nei siti delle grandi agenzie di viaggio o delle compagnie di navi da crociera.
Compilando il form online, l’agenzia valuterà il vostro curriculum e vi chiamerà per un colloquio. Appena vi parlaranno dello stipendio, probabilmente rimarrete delusi: i più fortunati inizialmente arrivano a prendere circa 500 euro al mese, ma non è escluso che per la prima esperienza si proponga un contratto di stage e che quindi garantiscano solo vitto e alloggio.
La forma contrattuale più utilizzata per fare l’animatore nei restort è la prestazione occasionale
Solo raramente si verifica l’assunzione a tempo determinato o di lavoro dipendente: il lavoro dell’animatore è infatti generalmente stagionale. Ci vogliono diversi anni prima di arrivare ad un ruolo abbastanza consolidato, che permetta di ricevere uno stipendio minimamente soddisfacente. Ci vuole tanta tanta passione, un pò di talento e tanta buona volontà. La legge quadro per il turismo (la n° 217 del 1983) e il dpr n° 203 inquadra gli animatori turistici tra i lavoratori dello spettacolo. Il datore di lavoro deve iscrivere l’animatore che lavora presso la sua struttura all’Ente nazionale di previdenza. Nel contratto va inserita come clausola la possibilità di chiedere la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro.
La professione di animatore è di solito preferita dai giovani perché è molto flessibile, richiede l’impiego di energie fisiche e mentali, fa fare tante amicizie. Ma certo non è facile pensare di poter essere animatore a vita, poiché questa professione, implicando continui spostamenti, penalizza molto le relazioni personali.
Uno sbocco professionale possibile potrebbe essere all’interno dell’organizzazione delle agenzie di animazione
L’animazione ed il turismo sono certamente settori stimolanti e dinamici, ma consiglio di valutare bene tutti gli aspetti di questa scelta lavorativa. In bocca al lupo!