I BATTERI RESISTENTI AGLI ANTIBIOTICI

La resistenza dei batteri agli antibiotici è un fenomeno sempre più grave e preoccupante.

Viviamo in un periodo storico in cui la medicina è stata capace di compiere passi da gigante. Molte malattie che fino a poco tempo fa apparivano invincibili oggi possono essere affrontate e sconfitte. Malgrado i progressi del campo medico rappresentino una conquista di primaria importanza per la civiltà umana, molte patologie rimangono problemi insoluti: cancro, malattie cardiovascolari, malattie del sistema nervoso ecc non hanno ancora una cura definitiva. Uno dei più preoccupanti problemi sanitari di questo periodo è la cosiddetta resistenza agli antibiotici da parte dei batteri, quel fenomeno cioè in cui alcuni microorganismi patogeni si sono dimostrati capaci di opporsi all’azione antimicrobica degli antibiotici. Affezioni che fino a qualche anno fa sarebbero state facilmente debellate, oggi rischiano di diventare malattie fatali e lo dimostrano il numero impressionante di ricoveri ospedalieri che in tutto il mondo si registrano a causa di infezioni che non rispondono più ai trattamenti convenzionali.

Rischiamo così di morire per una bronchite o per via di una semplice infezione contratta in ospedale? Un banale intervento chirurgico potrebbe trasformarsi in un veicolo per una pericolosa e mortale contaminazione? Il rischio è concreto e sempre più ricerche e studi confermano che questa previsione è tanto spaventosa e assurda quanto reale.bacteria Quali sono le cause di questo fenomeno, come si è arrivati a tutto questo?

 Quando nel 1945 Alexander Fleming ricevette il premio Nobel per i suoi studi e la sua scoperta della penicillina, ammonì che un uso scorretto di questo farmaco avrebbe potuto produrre conseguenze imprevedibili. La penicillina è stata e continua ad essere una potente arma a nostra disposizione, ma potrebbe diventare un mezzo inefficace se continuiamo a ricorrere agli antibiotici come se si trattasse di acqua fresca. E’ questo il problema principale: l’abuso con cui assumiamo gli antibiotici e la leggerezza con la quale ce li facciamo prescrivere dai nostri medici, anche quando non sono necessari (si pensi al caso in cui si ha un raffreddore o un virus). E’ una pessima abitudine da correggere. I batteri non sono stupidi come si pensava un tempo, essi hanno un’ottima capacità di adattamento e sono riusciti a sviluppare un meccanismo di difesa complesso in funzione del quale riescono a prosperare e moltiplicarsi nonostante la somministrazione del farmaco. Ecco perché dovremmo consumare questi medicinali con più cautela e senso critico. Un’altra preoccupante realtà correlata alla formazione di questi superbatteri è il modo in cui vengono gestiti gli allevamenti intensivi. Negli allevamenti industriali gli animali destinati alla macellazione sono alimentati in condizioni inaccettabili, costretti a vivere ammassati in locali angusti e inadatti per massimizzare la produzione e i profitti. In questi ambienti, batteri e virus circolano e si propagano con estrema facilità. Ecco che per scongiurare questo pericolo, gli allevatori addizionano gli antibiotici ai mangimi forniti al bestiame.

La scienza e la ricerca si sono già attivate per trovare nuove sostanze prodigiose in grado di incrementare le nostre difese, ma è il nostro atteggiamento generale a dover cambiare: se vogliamo che la situazione migliori dovremmo essere tutti un po’ più coscienziosi e responsabili. 

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