5 COSE CHE NESSUNO VI DIRÀ MAI SULL’ECONOMIA
Scommetto che tutti vi starete chiedendo quali sono le cinque curiosità che nessuno vi dirà mai sull’economia; ed eccole a voi:
Gli economisti di dividono in due categorie: i macroeconomisti, che studiano le variabili economiche come la produzione nel suo insieme, il livello generale dei prezzi e il tasso di disoccupazione, e i microeconomisti che studiano le stesse variabili ma nei singoli mercati.
Gli economisti, in particolare i macroeconomisti, sono spesso in disaccordo per vari motivi: prima di tutto per gli obiettivi che deve avere una politica economica (alcuni dichiarano che questi sono per la riduzione delle disuguaglianze nei salari, altri per crescita di attività economiche, altri ancora per la riduzione dell’inflazione ed infine quelli che individuano come obiettivo il tasso di disoccupazione.
Altro motivo di disaccordo deriva dalla complessità generale per la quantità dei mercati e per la difficoltà nel condurre esperimenti base per studiare e fare analisi.
I 2 principali problemi dell’economia statunitense:
Il primo è il fatto che non è mai stato verificato che lo sviluppo tecnologico del periodo 1994-2004, definita New Economy, determini un effetto permanente di crescita nella produzione, come molti sostengono.
Il secondo è l’elevato deficit di bilancio dovuto ai tagli delle tasse e aumenti della spesa pubblica degli inizi anni 2000.
I 2 principali problemi dell’Unione Europea:
Il primo è l’elevata disoccupazione. Le principali cause di questa sono l’elevata protezione sociale dei lavoratori e l’inadeguatezza delle politiche macroeconomiche.
Il secondo è l’introduzione della moneta europea unica che nel breve periodo provoca costi in quanto le politiche monetarie sono uniche per tutti i paesi.
I 2 principali problemi del Giappone:
Il primo è la presenza di un sistema bancario inefficiente.
Il secondo è la speculazione subita poiché era stata prevista una crisi in quanto l’economia giapponese presentava dei problemi strutturali. Inoltre è stata introdotta tardivamente una politica fiscale legata all’aumento della spesa pubblica e alla riduzione delle tasse, al fine di far ripartire il sistema produttivo.